Si è già scritto molto sul tema adolescenti e mai come in questo momento. Soprattutto si è evidenziato quanto i giovani siano stati travolti doppiamente dal Covid e di come per loro, il danno subito sia stato maggiore.
Ricordiamoci che il nostro cervello, ed in particolare la corteccia prefrontale, in adolescenza è ancora in evoluzione e questo comporta uno sviluppo più lento delle strutture affettive/emozionali che sono ancora in divenire. L’adolescenza diventa quindi una parte fondamentale dello sviluppo umano perché il contatto e la condivisione con gli altri aiuta questa strutturazione che “ripara” in quale modo l’adolescente dai comportamenti rischiosi dati da un maggiore accesso alle strutture affettive (amigdala e striato ventrale) che a quelle del controllo cognitivo.
Il compito a cui è chiamato un adolescente è quindi la gestione di un adattamento personale incluse le differenze di genere e i processi a rischio, ad una integrazione tra attaccamento e sessualità, a selezionare e PRATICARE le relazioni, a regolare i rischi dei social media e a discriminare le “strategie” altrui.
Oltre a tutto quanto sopra, ricordiamo che l’adolescenza è anche un periodo di trasformazione fisica ed una nuova scoperta di sensazioni solitamente legate alle emozioni e quando tali sensazioni non vengono corrisposte e riconosciute come parte delle emozioni che stanno provando, diventano fastidi, tensioni, sensazioni negative. Questo spiega ovviamente solo in parte, perché è così alta la percentuale degli adolescenti che si tagliano. Spesso, infatti, la giustificazione è “per sentire qualcosa”.
Un altro fenomeno importante che si sta verificando è un aumento degli Hikikomori, coloro che si isolano dal mondo sociale per mesi o anni, auto-recludendosi nella propria abitazione e tagliando i ponti con l’esterno, che con la pandemia hanno trovato una ulteriore “scusa” per isolarsi da tutto e tutti. Non dimentichiamoci inoltre che a livello globale, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i suicidi si collocano al secondo posto tra le cause di morte nella fascia d’età 15-29 anni. Seconda causa di morte anche per i giovani italiani dai 15 ai 24 anni. Sono circa 4.000 i suicidi ogni anno registrati nel nostro Paese, riferisce l’Istat: oltre il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni.
Anche la DAD non aiuta. Uno studio pubblicato recentemente informa che uno studente su tre sostiene di conoscere almeno un compagno di classe che ha smesso di collegarsi alle lezioni e anche la famiglia spesso non aiuta. Non per scarsa volontà ma, sebbene le figure di attaccamento (i genitori solitamente) in adolescenza assumano più una figura di consulente per le questioni di vita, vedere i genitori preoccupati, affaticati o nervosi li sovraccarica di ulteriori tensioni senza avere ancora maturato gli strumenti adeguati ad affrontarle.
Un’indagine promossa dal comitato di genitori milanese «A scuola», che ha intervistato 1.393 studenti tra i 12 e i 19 anni, riporta che il 61% dice di fare più fatica a studiare e a fare i compiti e il 68% di aver aumentato l’utilizzo di pc e smartphone, a scapito del tempo dedicato agli amici. La metà dei ragazzi riferisce di fare più fatica a prendere sonno e di avere preso l’abitudine di mangiare in modo irregolare.
Ricordiamoci inoltre che oltre alla scuola e alla socialità, è stata interrotta anche l’attività sportiva che spesso era dedicata agli sport di squadra (calcetto, basket, pallavolo…) e che rappresentava un altro momento importante di condivisione e di crescita andando ad aggravare quelle sensazioni di stanchezza, tristezza e svogliatezza che hanno investito la maggior parte degli adolescenti.
I nostri ragazzi sono già fin troppo bravi a rimanere “saldi” in questa situazione e, anche se difficile, agli adulti il consiglio è quello di portare un pochino più di pazienza se assistono a momenti di particolare nervosismo o li percepiscono ancora più suscettibili del solito.
Gli effetti devastanti di questa pandemia purtroppo li vedremo tra qualche anno, quando gli adolescenti di oggi diventeranno adulti. Il consiglio, sia per gli adolescenti sia per i genitori, è cercare un aiuto e un momento di sfogo con un professionista, momento in cui ci si può permettere di dare libero sfogo alle proprie emozioni in un ambiente protetto e non giudicante.
Much has already been written on the subject of adolescents, and never more than at this moment. Above all, it has been highlighted how young people have been doubly overwhelmed by Covid and how for them, the damage suffered has been greater.
Let us remember that our brain, and in particular the prefrontal cortex, in adolescence is still evolving and this involves a slower development of affective/emotional structures that are still in the making. Adolescence therefore becomes a fundamental part of human development because contact and sharing with others helps this structuring that "repairs" in what way the adolescent from risky behaviors given by a greater access to affective structures (amygdala and ventral striatum) than to those of cognitive control.
The task to which an adolescent is called is therefore the management of a personal adaptation including gender differences and risk processes, to an integration between attachment and sexuality, to select and PRACTICE relationships, to regulate the risks of social media and to discriminate the "strategies" of others.
In addition to all of the above, remember that adolescence is also a period of physical transformation and a new discovery of sensations usually related to emotions and when these sensations are not corresponded and recognized as part of the emotions they are feeling, they become annoyances, tensions, negative feelings. This obviously explains only in part, why is so high the percentage of adolescents who cut themselves. Often, in fact, the justification is "to feel something".
Another important phenomenon that is occurring is an increase in Hikikomori, those who isolate themselves from the social world for months or years, self-reclosing in their own homes and cutting the bridges with the outside world, that with the pandemic have found an additional "excuse" to isolate themselves from everything and everyone. Let's not forget that globally, according to the World Health Organization, suicide is the second leading cause of death in the 15-29 age group. Second cause of death also for young Italians aged 15-24. About 4,000 suicides are recorded every year in our country, reports ISTAT: over 5% are committed by young people under 24 years of age.
DAD doesn't help either. A recently published study informs that one in three students claims to know at least one classmate who has stopped logging on to classes, and even the family often doesn't help. This is not due to lack of will, but although attachment figures (parents usually) in adolescence take on more of an advisory role for life issues, seeing parents worried, fatigued or nervous overloads them with additional tensions without having yet matured the proper tools to deal with them.
A survey promoted by the Milanese parents' committee "A scuola", which interviewed 1,393 students between the ages of 12 and 19, reports that 61% say they find it harder to study and do their homework and 68% say they have increased their use of PCs and smartphones, to the detriment of time spent with friends. Half of teens report struggling more to get to sleep and have gotten into the habit of eating irregularly.
We must also remember that, in addition to school and social activities, the sports activities that were often dedicated to team sports (soccer, basketball, volleyball...) have been interrupted, representing another important moment of sharing and growth and aggravating those feelings of fatigue, sadness and listlessness that have affected most adolescents.
Our teenagers are already too good at remaining "firm" in this situation and, even if it is difficult, the advice to adults is to bring a little more patience if they witness moments of particular nervousness or perceive them as even more susceptible than usual.
The devastating effects of this pandemic will unfortunately be seen in a few years when today's teenagers become adults. The advice, for both teens and parents, is to seek help and a time to vent with a professional, a time when you can afford to give free rein to your emotions in a protected, non-judgmental environment.
Comments